suicidi motivazioni economiche: otto anni (2012-2019)

ANALISI COMPLESSIVA: OTTO ANNI (2012-2019)

1.086 i casi dal 2012, allerta massima per gli effetti del coronavirus

Dal 2012 sono in totale 1.086 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche.A rilevarlo l’Osservatorio Suicidi per motivazioni economiche, diretto da Nicola Ferrigni, che pubblica oggi i dati di 8 anni di attività e indagine sociologica sul fenomeno.

Dai dati diffusi dall’Osservatorio, e aggiornati al 31 dicembre, emerge come il 2019 sia sto un anno che ha visto una decisa battuta d’arresto del fenomeno rispetto all’anno precedente: 98 i casi registrati, infatti, a fronte dei 110 del 2018.

«Si tratta della prima vera e propria inversione di tendenzadichiara Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia generale alla Link Campus University – da quando l’Osservatorio ha avviato il proprio monitoraggio nel 2012 in assenza di ulteriori fonti documentali sul fenomeno, dopo la cessazione della rilevazione da parte dell’Istat. Nel 2019, per la prima volta dopo 8 anni, i casi di suicidio legati a motivazioni economiche sfondano, in un percorso all’indietro, la simbolica soglia “100”, regolarmente superata nel corso degli anni fino al picco dei 201 suicidi del 2014».

A fronte di un calo così importante, che ha interessato in modo particolare la categoria dei disoccupati, si rileva però un aumento vertiginoso del numero di suicidi tra gli imprenditori, che nel 2019 rappresentano circa il 60% del totale dei casi registrati nell’intero anno.

«Una crescita significativa e preoccupante, quella degli imprenditori suicidi – prosegue Nicola Ferrigni –, che sembra riportarci indietro nel tempo. In questi anni il nostro Osservatorio ha infatti messo in luce una trasformazione del fenomeno verso una progressiva omogeneizzazione, tanto a livello territoriale quanto tra le diverse categorie sociali; al Nord come al Sud, dunque, e imprenditori così come disoccupati. Gli ultimi dati ci restituiscono invece un quadro totalmente diverso e che, in qualche modo, ci riporta al lontano 2012 quando la crisi aveva stretto nella sua morsa molte aziende, soprattutto piccole e medie, facendo registrare un numero elevato di suicidi, principalmente tra gli imprenditori».

Cresce dunque la percentuale degli imprenditori suicidi mentre, di contro, si abbassa quella relativa a disoccupati e dipendenti: nel 2019 si attestano infatti al 31,6% i senza lavoro che si sono tolti la vita, con un decremento percentuale del 5% circa rispetto all’anno precedente e addirittura pari al 17% rispetto al 2014. Allo stesso modo, scende significativamente il numero dei suicidi tra i lavoratori dipendenti: 6,2% nel 2019, con una contrazione del 7,4% rispetto al 2018 e dell’8,6% rispetto al 2015.

«Il significativo decremento registrato tra quelle categorie che soffrono forse più di altre le conseguenze dell’instabilità lavorativa ed economica, come disoccupati e lavoratori precari e sottopagati, – prosegue Ferrigni, il direttore dell’Osservatorio – ci consente di fare delle prime considerazioni sull’efficacia di alcune politiche pubbliche di sostegno al reddito, in primis il Reddito di Cittadinanza, attuate dal Governo nei primi mesi del 2019, e che possono aver contribuito sensibilmente al contenimento del fenomeno».

Certo, la strada è ancora in salita, soprattutto alla luce delle nuove sfide economiche e sociali poste dall’emergenza sanitaria che vive in queste settimane il nostro Paese e che – conclude Ferrigni«rimettono al centro dell’attenzione l’esigenza di un programma di politiche economiche e di welfare molto più ampio e strutturato e che contempli le diverse categorie sociali: disoccupati, precari, famiglie, ma anche e soprattutto imprenditori, i quali saranno i principali protagonisti nel processo di ricostruzione e rilancio dell’Italia una volta fuori dall’emergenza Coronavirus».

L’analisi complessiva dei dati relativi al periodo 2012-2019 conferma dunque gli imprenditori come la categoria più colpita con il 43,1% del totale dei casi; a seguire, i disoccupati con il 39,3% e i dipendenti che, nell’arco di 8 anni, raccolgono l’11,3% degli episodi. Più circoscritta la percentuale di pensionati – pari al 3,2% – che in questi anni hanno visto nel gesto estremo l’unica via di uscita all’impossibilità di affrontare le spese quotidiane.

Per ciò che riguarda la distribuzione geografica, l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio riconduce il fenomeno per lo più alle regioni del nord Italia, che complessivamente raccolgono il 43,4% dei suicidi in 8 anni: nel dettaglio, il 23,9% nel Nord-est, con in testa la regione Veneto con il 15,4% del totale dei casi (e la provincia di Padova tra le più colpite), e il 19,5% nel Nord-ovest, che fa invece registrare un numero elevato soprattutto nella regione Lombardia (8,6%). Si attestano invece al 24,6% i suicidi nelle regioni del Sud con la Campania la regione più colpita (13,8%) e al 21,4% le regioni del centro Italia, con in testa il Lazio (7,1%). In coda le Isole con il 10,4% dei suicidi, soprattutto in Sicilia (7,8%).

Dall’analisi complessiva, infine, emerge come dal 2012 al 2019 la fascia d’età più esposta risulta quella dei 45-54enni, con un’incidenza pari al 34%, nonostante continui a preoccupare la progressiva crescita del numero di suicidi tra i più giovani: complessivamente infatti rappresentano il 20% del totale i suicidi tra i 35-44enni e il 10% circa quelli tra gli under 34 (di questi il 7,3% tra i 25-34enni e l’1,7% tra i minori di 25 anni).

COMUNICATO STAMPA
RASSEGNA STAMPA

Inchiesta “asta la vista”: la conferenza stampa

L’INCHIESTA "ASTA LA VISTA" DELLA PROCURA DI LAMEZIA TERME

LA CONFERENZA STAMPA

Giovedì 4 luglio il sociologo Nicola Ferrigni, direttore dellOsservatorio Suicidi per Motivazioni Economiche, è intervenuto alla Conferenza Stampa, che si è svolta nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. L’evento è stato promosso dal Comitato “Diritto e Rovescio” a seguito dell’inchiesta “Asta la Vista” avviata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme lo scorso 6 aprile. 

Loperazione “Asta la Vista”, che ha visto coinvolte più di 86 persone per un centinaio di capi di imputazione, ha portato allarresto di diversi soggetti (professionisti, funzionari del tribunale, faccendieri, ecc.) facenti parte di un sistema a delinquere. L’indagine, infatti, si è incentrata su alcune anomalie relative a numerose vendite giudiziarie nell’ordine di circa 30 aste pubbliche. Queste si sono tenute nel corso dell’anno 2018 presso il Tribunale di Lamezia Terme tramite l’associazione notarile ubicata all’interno dello stesso palazzo di giustizia, nell’ambito delle quali sono state rilevate turbative finalizzate a dirottare l’esito finale verso l’obiettivo prefissato dagli indagati.

 

IL PROGRAMMA

Alla Conferenza Stampa, poi, sono intervenuti Fiorella de Septis, Presidente del Comitato promotore “Diritto e Rovescio”. Inoltre, l’on.le Giuseppe dIppolito, Deputato del Movimento 5 Stelle, Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, l’Avv. Domenico Monteleone e il Prof. Nicola Ferrigni, Professore Associato di Sociologia e Direttore dell’Osservatorio Suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University.

 

I CASI

La Conferenza stampa è, conseguentemente, stata arricchita da toccanti testimonianze: lIng. Pasquale Materazzo dal Tribunale di Lamezia Terme, lAvv. Anna Maria Caramia dal Tribunale di Taranto, limprenditrice Vanessa Mandara dal Tribunale di Latina, lAvv. Tiziana Teodosi dal Tribunale di Salerno.

 

 

 

LOCANDINA
GALLERY

suicidi: sette anni (2012-2018)
e task force

ANALISI COMPLESSIVA: SETTE ANNI (2012-2018)

988 i casi dal 2012, al via la task force

Dal 2012 sono in totale 988 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche, mentre sale a 717 il numero dei tentati suicidi. A rilevarlo l’Osservatorio Suicidi per motivazioni economiche, diretto da Nicola Ferrigni, che pubblica i dati di 7 anni di attività e indagine sociologica sul fenomeno. I dati saranno presentati dal direttore dell’Osservatorio martedì 29 gennaio nell’ambito di un evento che darà ufficialmente avvio allaTask Force promossa dall’Osservatorio cui partecipano enti, organismi e associazioni impegnati sul territorio nella prevenzione e nel contrasto di quella che è diventata un’emergenza sociale.

Al dibattito mattutino, moderato dalla prof.ssa Marica Spalletta, parteciperanno l’on. Francesco Silvestri, Vicepresidente vicario del Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, il prof. Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Consulta Nazionale Antiusura, il regista Fabrizio Cattani, autore del lungometraggio “Cronaca di una passione”, la dott.ssa Ivana Vitrano, psicologa dirigente ASP Palermo, referente del Presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi.

Nato nel 2012, l’Osservatorio sin dalla sua istituzione ha contribuito a mettere sotto i riflettori un tema spesso “dimenticato” ma che – come i dati confermano – appare drammaticamente diffuso e caratterizzato da significative ripercussioni sociali. Un progetto, quello dell’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” che, come dichiara il suo direttore, Nicola Ferrigni, docente di Sociologia generale e politica della Link Campus University, «nasceva sì dall’esigenza di definire le dimensioni di un fenomeno fortemente influenzato dall’allora crisi economica, ma anche dalla necessità di andare oltre la freddezza dei numeri individuando quei fattori economico-sociali che incidono su una scelta così drastica, come appunto quella di togliersi la vita».

L’OSSERVATORIO PROMUOVE LA TASK FORCE

Alla luce di tali considerazioni nel 2018 l’Osservatorio si è fatto promotore di una Task Force che riunisce i rappresentanti di enti e associazioni di diverse regioni italiane che a vario titolo in questi anni sono stati impegnati sul territorio in attività di sensibilizzazione, supporto e prevenzione. «L’esigenza di trovare delle risposte a quella che i nostri dati dicono essere un’urgenza nel nostro Paese che conta in sette anni quasi 1.000 vittime – continua il prof. Ferrigni – ci ha suggerito di promuovere un tavolo tecnico coinvolgendo attori istituzionali e della società civile che si occupano di questa emergenza sociale. L’obiettivo è quello di mettere a fattor comune le diverse esperienze e individuare insieme azioni, idee, proposte funzionali da un lato alla progettazione e promozione di politiche e interventi legislativi, dall’altro alla condivisione di percorsi formativi e di reinserimento familiare, sociale e professionale dei soggetti più esposti».

 

IL 40,1% DEI DISOCCUPATI DECIDE DI TOGLIERSI LA VITA

L’analisi complessiva dei dati relativi al periodo 2012-2018 conferma ancora una volta quanto tale emergenza abbia, nel corso degli anni, cambiato forma assumendo – se possibile – contorni ancora più tragici, in termini di una sua progressiva diffusione anche tra quelle fasce della popolazione inizialmente poco coinvolte. Se all’inizio del monitoraggio infatti a essere particolarmente colpita era la categoria degli imprenditori, oggi i dati mostrano come l’incidenza sia cresciuta soprattutto tra i disoccupati: dal 2012 a oggi rappresentano infatti il 41,8% gli imprenditori suicidi e il 40,1% quei disoccupati che, a causa della perdita del lavoro o dell’incapacità di reinserirsi nel mercato, hanno scelto di togliersi la vita. A questi si aggiunge quel 12% circa di coloro che un lavoro l’avevano ma, schiacciati dal peso dell’instabilità lavorativa ed economica, hanno visto nel gesto estremo l’unica via di uscita.

 

I NUMERDI DEL TERRITORIO

Proprio l’incremento dei suicidi tra i disoccupati che, ricordiamo, nel 2012 erano pari al 31,5% a fronte del 55,1% registrato tra gli imprenditori, pone l’accento su un «problema occupazionale che – sostiene il prof. Ferrigni – rappresenta un’emergenza non più procrastinabile e che richiede una decisa riforma del welfare state: ben vengano dunque interventi legislativi come il reddito di cittadinanza che se da un lato si configura come una misura di sostegno al reddito, dall’altra si propone di rimettere in moto il mercato del lavoro anche attraverso una riforma strutturale e motivazionale dei centri per l’impiego. Una iniezione di fiducia cui ora deve accompagnarsi una ottimizzazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro».

Per ciò che riguarda la distribuzione geografica del fenomeno, l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio rileva una sua decisa crescita nelle regioni meridionali soprattutto nell’ultimo anno: i suicidi al Sud passano infatti dal 14,6% del 2012 al 31,8% del 2018. Ciononostante, se si guarda al dato complessivo di questi 7 anni, è ancora il Nord-Est a occupare la cima di questa triste classifica raccogliendo il 24,5% dei suicidi legati a motivazioni economiche, seguito a brevissima distanza proprio dal Sud con il 24,1% degli episodi. Il 21,3% dei casi si registra ancora nelle regioni centrali, il 19,6% nel Nord-Ovest, il 10,3% nelle Isole. Tra le regioni più interessate dal 2012, il Veneto (15,8%) con le province di Padova, Venezia e Treviso, e la Campania (13,5%), che proprio nel 2018 fa registrare la percentuale più elevata da quando l’Osservatorio ha avviato il monitoraggio (21,8% nel 2018 contro il 12,4% del 2012), con in testa le province di Napoli e Salerno.

Dall’analisi complessiva, infine, emerge come dal 2012 al 2018 la fascia d’età più esposta risulti quella dei 45-54enni, con un’incidenza pari al 34,1%, nonostante continui a preoccupare la progressiva crescita del numero di suicidi tra i più giovani: complessivamente infatti rappresentano il 20% del totale i suicidi tra i 35-44enni e il 10% circa quelli tra gli under 34 (di questi il 7,6% tra i 25-34enni e l’1,9% tra i minori di 25 anni).

 

L’AVVIO DELLA TASK FORCE

L’appuntamento per l’avvio delle attività della Task Force dell’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” è fissato per il 29 gennaio 2019 alle ore 11:00 presso la Link Campus University. Tra le realtà che hanno aderito: Ass. “La Stanza delle Idee” (Veneto), Ass. “Prodeitalia”, A.E.C.I. (Associazione Europea Consumatori Indipendenti), Movimento Difesa del Cittadino, Associazione Articolo 47–Liberi dal debito (Puglia), Consiglio Nazionale Ordine Degli Psicologi, Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone, Telefono Giallo A.F.I.Pre.S. Marco Saura (Sicilia), Esdebitami S.r.l. Società Benefit (Lazio), Mandico & Partners – Centro tutele famiglie e imprese sovra indebitate (Campania), Telefono Amico Italia, Telefono Arancione, Angeli della Finanza – Volontari al servizio dei cittadini e delle imprese, Fondazione Vittime del Fisco.

COMUNICATO STAMPA
RASSEGNA STAMPA

suicidi: il 29 gennaio parte la task force

SUICIDI PER MOTIVAZIONI ECONOMICHE: AL VIA LA TASK FORCE

appuntamento a roma il 29 gennaio 2019

Martedì 29 gennaio alle ore 11.00 l’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche”, diretto dal sociologo Nicola Ferrigni, presenterà i risultati di 7 anni di attività e indagine sociologica sul fenomeno dei suicidi legati a difficoltà e problematiche economiche. Nell’ambito dell’evento saranno ufficialmente avviate le attività della Task Force promossa dall’Osservatorio e cui partecipano enti, organismi e associazioni sul territorio nella prevenzione e nel contrasto di quella che è diventata un’emergenza sociale. All’evento parteciperà l’on. Francesco Silvestri, Vicepresidente vicario del Gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati.

L’Osservatorio, nato nel 2012 all’interno di Link LAB, il Laboratorio di ricerca sociale della Link Campus University, rappresenta oggi l’unica fonte accreditata di dati sul fenomeno per Istituzioni, associazioni di categoria, opinione pubblica, e mezzi di informazione sui quali le ricerche dell’Osservatorio hanno ricevuto nel corso degli anni ampia eco, contribuendo a mantenere vivo il dibattito su un tema molto spesso “dimenticato”.

Nel 2018 l’Osservatorio si è fatto promotore di una Task Force, le cui attività saranno avviate nel corso dell’evento, che riunisce i rappresentanti di enti e associazioni di diverse regioni italiane che a vario titolo sono impegnati sul territorio in attività di sensibilizzazione, supporto e prevenzione.