SUICIDARSI PER GIOCO: IL FENOMENO BLUE WHALE
allarme sociale o allarmismo mediale?
Nel corso dell’ultimo anno, il dibattito pubblico relativo ai rischi della Rete – in quanto luogo dove si alimentano comportamenti devianti, che esercitano un fascino perverso soprattutto sui più giovani – si è arricchito di un nuovo capitolo, legato alla diffusione del fenomeno Blue Whale. Una pratica che prenderebbe forma nella vita reale, che risponderebbe a “regole di ingaggio” ben precise e codificate, e che – come anche denunciato in un servizio de «Le Iene» – troverebbe in Rete uno straordinario volano di diffusione, emulazione, sperimentazione.
Attraverso gli strumenti metodologici della media content analysis, la ricerca – realizzata dal sociologo Nicola Ferrigni con Marica Spalletta – si propone di studiare il ruolo svolto dai media, e dalla Rete in particolare, nella vicenda Blue Whale, al fine di capire se e come essi abbiano effettivamente contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, o se piuttosto i messaggi da essi veicolati non abbiano invece contribuito a generare allarmismo, aumentando il senso di insicurezza percepita.