UNDERSTANDING CYBERBULLYING
il cyberbullismo come forma distorta di talent show
Negli ultimi due decenni, tanto la letteratura accademica quanto il dibattito pubblico hanno dedicato sempre maggior spazio al fenomeno del bullismo, considerato uno dei più pericolosi allarmi sociali che investono l’universo giovanile. A conferma della rilevanza pubblica di questo fenomeno, molte campagne di social advertising sono state lanciate al fine di accrescere la percezione sociale – tanto dei giovani quanto degli adulti – verso tale fenomeno; nel contempo, le Istituzioni hanno avviato una seria discussione circa le politiche pubbliche da adottare per sanzionare, ma ancor più per prevenire il bullismo e il connesso fenomeno del cyberbullismo, che la letteratura più tradizionale descrive come una forma di bullismo diffusa attraverso la Rete e i social network.
È su queste premesse che si fonda la ricerca condotta dal sociologo Nicola Ferrigni, che si propone di studiare il fenomeno del cyberbullismo con l’obiettivo di comprendere se e come esso rappresenti un fenomeno diverso rispetto al bullismo, e che come tale richiede un nuovo approccio di policy pubblica.
Attraverso una survey rivolta a circa 10mila studenti, tra quelli partecipanti alla ricerca annuale dell’Osservatorio “Generazione Proteo”, e 10 focus group realizzati nelle scuole, la ricerca mostra come il cyberbullismo non rappresenti un fenomeno diverso dal bullismo, quanto piuttosto l’esito del processo di mediatizzazione del bullismo stesso: da questo punto di vista, la social media logic contribuisce infatti a re-inventare, re-iterare e re-agire le tradizionali caratteristiche del bullismo tradizionale: l’aggressione (ovvero l’agire contro qualcuno) diventa un “agire per se stessi”, la riproducibilità prende il posto della ripetitività, infine lo squilibrio di potere non riguarda più la forza fisica, bensì la creatività. Dunque, come moderna (e distorta) forma di talent show che impone ancor più alle Istituzioni di uscire dalla logica della sanzione per investire invece nella logica della prevenzione.