Il 2 ottobre 1869 nasceva nell’India occidentale Mohandas Karamchand Gandhi, per tutti il Mahatma, cioè la Grande Anima. Colui che avrebbe segnato la storia politica del suo Paese e che il resto del mondo considera ancora oggi l’inventore della lotta non violenta all’oppressione e del rispetto dei diritti umani.
Nel giorno del 150esimo anniversario dalla sua nascita, Giornata internazionale della nonviolenza, il sociologo Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia presso la Link Campus University, intervistato dal quotidiano online «Leggo», spiega quali figure moderne, a voler fantasticare, potrebbero essere considerate oggi come interpreti delle principali caratteristiche di questo straordinario personaggio.
«Innanzitutto – ha detto Ferrigni – bisogna guardare ai concetti chiave della filosofia di Ghandi: pace, cambiamento e forza della vita. Per la pace, penso ad esempio a Meera Eilabouni e Yael Deckelbaum, attiviste del movimento Women Wage Peace che ha visto migliaia di donne arabe ed ebree marciare insieme, attraversando i Territori e Israele per chiedere la pace. Per il cambiamento – ha continuato Ferrigni – mi viene in mente Paolo Borrometi, giornalista famoso per la lotta alla mafia che con il suo esempio sta segnando la storia. La forza della vita, invece, è rappresentata senza alcun dubbio da Alex Zanardi. Ricordiamo tutti come Gandhi dicesse: Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Così come Ghandi ha vinto la morte perché il suo messaggio è diventato eterno, Zanardi è riuscito a rialzarsi dopo il terribile incidente che lo ha colpito. In questa chiave, non possiamo dimenticare Liliana Segre che è sopravvissuta all’Olocausto e attualmente è testimone attiva della Shoah italiana».