Nel 1° semestre 2016 crescono di quasi il 20% i suicidi rispetto al 2° semestre 2015, giugno il mese con più vittime. Sono 81 i casi di suicidio per motivazioni economiche registrati in Italia nel primo semestre 2016. Il dato è in crescita di quasi il 20% – secondo quanto rilevato dall’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche”, diretto da Nicola Ferrigni – rispetto a quanto rilevato nella seconda metà dello scorso anno, quando il fenomeno sembrava segnare una prima inversione di tendenza nella sua triste escalation. Questo mese di giugno in particolare è stato il peggiore dall’avvio del monitoraggio (2012): 19 i casi, ancor più rispetto ad altri mesi tradizionalmente più tragici, come febbraio (16) e maggio (15). La Campania – seguita da Sicilia, Lombardia, Lazio e Marche – è la regione che ha registrato il maggior numero di vittime (13,6%) mentre per la prima volta il Veneto non è più la regione simbolo del triste primato, con un’incidenza passata dal 21,2% del 2015 al 7,4% di questo primo aggiornamento dell’Osservatorio.
Per il direttore dell’Osservatorio, «i dati relativi ai primi sei mesi del 2016 disegnano una nuova geografia del fenomeno, che all’inizio interessava soprattutto l’Italia settentrionale e nello specifico le regioni del Nord-Est – storicamente a elevata densità industriale – per poi conoscere nell’arco di un quadriennio una progressiva uniformità sull’intero territorio. Oggi invece il quadro appare decisamente trasformato, con la maggior parte dei suicidi avvenuti nelle regioni del Centro Italia (27,2%) e il Sud al 25,9%. In sensibile diminuzione – conclude Ferrigni – sia il Nord-Est che il Nord-Ovest, rispettivamente con il 17,3% e 16%, mentre il dato cresce nelle Isole, ora al 13,6%, con un forte incremento in Sicilia».